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Sylvia Plath: I DIARI

Sylvia Plath: I DIARI

Sylvia Plath: i diari

Sylvia Plath: i diari

 

Cosa Sylvia Plath: i diari

Testi:
Sylvia Plath

Drammaturgia:
Sara Armentano e Roberto Turchetta

Interprete:
Sara Armentano

Regia:
Roberto Turchetta

Scenografia:
Lost&Found Studio by Angelo Cricchi

Dove: Lost&Found Studio

ROMA  -  Via Arimondi, 3  (Zona Portonaccio)
Info:        06.94536382 – 347.5308211 – tonico52@yahoo.it

Quando: Sabato 6 ottobre 2012, ore 19.30 / 22.00

Ingresso libero

Partners:
PROMART – Libera Associazione per la promozione delle Arti, Trento
Associazione Culturale Bianca, Roma
Lost&Found Studio, Roma

Relazioni: L’evento partecipa alla 8a Giornata del Contemporaneo
promossa da AMACI  (http://www.amaci.org/gdc/ottava-edizione/sylvia-plath-i-diari)



(…) La cosa peggiore, la peggiore di tutte, sarebbe vivere senza scrittura (…)

Sylvia Plath


Sylvia Plath (1932/1963), poetessa americana, scrive fin da giovanissima un diario che sarà l’opera più importante ed esclusiva di tutta la sua vita.

L’attrice Sara Armentano – nella drammaturgia del monologo che viene presentato a Roma, il 6 ottobre 2012, nell’ambito della 8a Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI – avendo a mente proprio quel diario, sviluppa, con grande sensibilità, un percorso che lega tutti gli eventi dell’esistenza della Plath: la nascita dell’amore forte e dirompente per la poesia e con esso la consapevolezza assoluta di dover diventare scrittrice; l’incontro devastante, ad una festa alcolica di Cambridge, con l’uomo che segnerà indelebilmente la sua vita, il fascinoso poeta Ted Hughes; il loro repentino matrimonio; i quasi due anni vissuti a Boston; la nascita dei figli Frieda e Nicolas; la psicanalisi; l’odio per la madre; l’incapacità di scrivere; il divorzio da Ted; il suicidio.

L’11 febbraio del 1963 Sylvia si toglie la vita nella sua casa di Londra; si uccide all’interno di un rituale perfetto e rigoroso che costruisce per se stessa, con lucida scrupolosità. Con questo gesto estremo la sua vicenda umana e la sua poesia entrano nella storia della letteratura ed in quella dell’arte in senso lato e vi si confondono.

Lo spettacolo viene rappresentato su un suggestivo palcoscenico estemporaneo: lo studio romano del fotografo Angelo Cricchi, reduce da una grande mostra al Castello di Rivara (TO), curata da Simona Cresci (http://www.castellodirivara.it/dettmostra.php?lang=1&idmostra=370), nella quale indaga l’universo femminile attraverso le tragiche esperienze di trenta donne celebri che hanno deciso di porre fine alla propria vita. Lo spirito di Sylvia Plath e quello delle grandi donne che hanno scelto di togliersi la vita – da Marilyn Monroe ad Anne Sexton, da Jeanne Hébuterne a Gwili Andre, da Emily Dickinson a Francesca Woodman, da Magda Goebbels a Frida Kahlo – aleggerà tra le quinte del Lost&Found Studio, svelandosi attraverso la voce di Sara Armentano e l’obiettivo di Angelo Cricchi.

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Sara Armentano si forma presso l’Accademia dei Filodrammatici di Milano. Partecipa allo stage di formazione su Romeo e Giulietta di Valerio Binasco. Per il teatro lavora con Sergio Fantoni, Giorgio Albertazzi, Andrea Giordana, Benedetta Buccellato, Sergio Basile, Gioele Dix, Massimo Navone ed altri ancora. Scrive e porta in scena due spettacoli: Sylvia Plath: i Diari e Fuori. Per il cinema e la televisione lavora con Vanessa Redgrave, Marco Bellocchio, Pier Francesco Favino, Massimo D’Apporto.

Partecipa a diverse produzioni televisive: Un Posto al Sole, Giovanni Falcone, Il Commissario De Luca, Angela, Grandi Domani, Vivere, RIS. Collabora con RadioRai 3 per la trasmissione Fahrenheit.

Angelo Cricchi vive e lavora a Roma. Si è formato all’Istituto di Fotografia e Comunicazione Integrata di Roma e come fotografo di moda ha collaborato con prestigiosi magazine internazionali, realizzando editoriali e ritratti di celebrities. Nel 1997 ha fondato la sua casa di produzione, Lostandfound, con la quale realizza campagne pubblicitarie per clienti internazionali come Kenzo, Miss Sixty e Gucci. Dal 2001, in collaborazione con Silvia Morani, si cimenta nella direzione di cortometraggi e video d’arte. Nel 2009 riduce l’impegno nella fotografia di moda per dedicarsi alla ‘fine art photography’.


Sylvia Plath: un dibattito…


Come d’abitudine, i responsabili della PROMART postano o inviano a diversi siti internet i loro programmi. Su quello dedicato a Sylvia Plath si è aperto un serrato contradditorio che ha visto coinvolti il sito www.elettri.co (che vi invitiamo a visitare) ed Angelo Cricchi, titolare del Lost&Found Studio di Roma e autore delle immagini che nel comunicato stampa della PROMART sono richiamate. Ne riportiamo la parte più significativa…..

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Salve e grazie della segnalazione.

Tuttavia abbiamo letto il vostro comunicato e ci permettiamo di esprimervi i nostri dubbi sulla seguente frase: “Lo spirito di Sylvia Plath e quello delle grandi donne che hanno scelto di togliersi la vita – da Marilyn Monroe ad Anne Sexton, da Jeanne Hébuterne a Gwili Andre, da Emily Dickinson a Francesca Woodman, da Magda Goebbels a Frida Kahlo”.

In verità non ci risulta che né Emily Dickinson nè Frida Kahlo si siano suicidate. Anche attorno alla morte di Marilyn Monroe ci sono, sempre per quel che sappiamo, numerosi dubbi. Infine inserire Magda Goebbels tra le “grandi donne” ci sembra essere una scelta decisamente discutibile.

E’ sicuro di voler pubblicare questo comunicato?

Cordialmente,
Elettri.co

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Questa la risposta di Angelo Cricchi alle osservazioni della redazione di Elettri.co:

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01

Dal 2009, al tempo della prima esposizione al MAK Museum di Vienna, la frase “ma Frida Kahlo non si è suicidata…” è ricorrente in ogni incontro ed intervista sul tema. ”Gloomy Sunday” ha come sottotitolo “ritratti immaginari di donne che hanno scelto la morte…” (e non “che si sono suicidate”). La mia documentazione storica bibliografica, virtuale e fisica sulle persone, sui luoghi e sui modi in cui le donne di “Gloomy” si sono uccise è sterminata e non ammette (in quanto opera di ingegno) diritto di replica. Io non devo spiegare perché, secondo il mio punto di vista, quello di Frida è un suicidio e quello di Janis Joplin no. Né far comprende perché la piccola Emily vestita di bianco scrive quei versi, o far sentire la presenza della morte nel lavoro e nella vita di Frida (e comunque raccontare della quantità sbagliata di farmaci presa casualmente), e, per dare altri contributi al dubbio del signor Elettrico, spiegare il tema suicidiario che accompagna la famiglia di Charlotte Solomon (che non si uccide ma viene deportata ed uccisa in campo di concentramento) ed Il doppio nonsuicidio di Romy Schnider/Principessa Sissy, che si spengono dopo gli eventi luttuosi avvenuti nella loro sfera personale (la morte del figlio sul cancello, il suicidio del fratello). In conclusione se il suicidio deve essere materia di autopsia e non di arte, non credo che il signor elettrico possa apprezzare il mio lavoro.

 

02

Marylin l’ha uccisa la CIA la grandissima Marina Cvetaeva il KGB, Gudrun Ensslin della RAF la Polizei tedesca, Si, sono state suicidate. Ed io rendo loro omaggio.

 

03

Da uomo di sinistra provo sempre una gran tristezza sulla rigidità faziosa della sinistra stessa. Nella stessa stanza al castello di Rivara convivevano Magda Goebbels , Marilyn, Rita Atria e la suicida cecena del teatro Dubrovka di Mosca. Vittime di un sistema più grande di loro, si sarebbe detto un tempo. Donne che hanno scelto la morte dico io. Ed insieme si tenevano compagnia ed erano molto belle.

Buona visione,

Angelo CRICCHI

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